L’Unione europea (UE) ha adottato una serie di norme volte a imporre requisiti patrimoniali più severi alle banche che detengono le principali criptovalute. La mossa arriva in risposta alle crescenti preoccupazioni sui potenziali rischi posti dagli investimenti in valute digitali.
Il Parlamento europeo aveva già deliberato a favore della limitazione della detenzione di criptovalute, come Bitcoin ed Ethereum, da parte degli istituti bancari. Ciò era dovuto all’aumento dei rischi associati alla natura volatile dei mercati delle criptovalute. Di conseguenza le banche che decidevano di partecipare al mercato delle criptovalute dovevano rispettare requisiti per continuare ad operare.
Esposizione al Rischio delle Banche sulle Criptovalute Secondo la UE
L’Unione Europea aveva già adottato misure restrittive nei confronti degli istituti finanziari per proteggere i debiti delle banche che possiedono criptovalute. Queste regole sono entrate in vigore fin dal 3 gennaio 2021 e richiedono alle banche di accantonare una certa quantità di esposizione ponderata per il rischio quando detengono criptovalute.
In base a queste norme le banche che comprano Bitcoin e altri token devono accantonare almeno il 15% del loro patrimonio totale per qualsiasi attività che coinvolga le criptovalute.
Secondo il nuovo disegno di legge che sarà discusso quest’anno dal Parlamento riunito in sessione plenaria, le banche sarebbero tenute a detenere un “importo dell’esposizione ponderato per il rischio” fino al 1250% del capitale basato sull’esposizione alle criptovalute.
L’approvazione da parte della commissione per gli affari economici e monetari ha dato seguito a quanto disposto dai legislatori dell’UE nell’ottobre 2022, la legge dovrebbe contribuire a creare un quadro normativo coerente per le criptovalute tra Stati Membri della UE.
Discussione dei Documenti di Consultazione del Comitato di Basilea
Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, un comitato di regolatori bancari globali provenienti da 27 giurisdizioni, ha adottato una serie di misure restrittive per le banche che possiedono o investono in criptovalute. Le misure intendono affrontare i potenziali rischi associati alle criptovalute e al settore finanziario in generale.
In particolare il Comitato di Basilea ha proposto due documenti di consultazione:
- Una versione rivista del Leverage Ratio Framework di Basilea III e dei relativi requisiti informativi, che include un indice di leva finanziaria (l’ammontare delle attività totali rispetto al patrimonio netto totale).
- Un documento sulle “Misure di mitigazione del rischio di cripto-asset” che raccomanda alle banche di sviluppare quadri di gestione del rischio per identificare, misurare, monitorare e controllare i rischi.
Le raccomandazioni europee includono la definizione di limiti al possesso e all’esposizione delle criptovalute da parte delle banche, nonché l’adozione di politiche e procedure interne adeguate per prevenire il riciclaggio di denaro e altri reati finanziari.
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Il documento suggerisce anche che le banche debbano tenere traccia della provenienza dei fondi utilizzati per acquistare criptovalute, nonché monitorare attentamente le transazioni effettuate con tali valute.
Inoltre, il documento richiede che le banche implementino un sistema interno di controllo adeguato per garantire che vengano applicate misure appropriate in caso di esposizione a rischi associati alle criptovalute e ciò presuppone la creazione di una struttura organizzativa appropriata.
Infine, il documento raccomanda anche che le banche abbiano una chiara comprensione della natura volatile del mercato delle criptovalute e sviluppino strategie appropriate per mitigare i rischi associati a tale volatilità.
Le banche dovrebbero anche considerare l’impatto potenzialmente negativo sulla stabilità finanziaria generale se decidessero di espandersi troppo rapidamente nel settore delle criptovalute.
In conclusione, è chiaro che l’UE sta facendo tutto il possibile per assicurarsi che le banche siano ben preparate a gestire i rischi associati alle criptovalute. Le raccomandazioni contenute nel documento sono destinate a garantire che gli istituti siano in grado di gestire correttamente i propri investimenti in questa nuova classe d’attività emergente e proteggere così i loro clienti da eventuali rischi legati all’investimento in criptovaluta.