Proseguono le difficoltà economiche per Mosca: nel primo semestre del 2023, le vendite di petrolio e gas naturale in Russia hanno subito un forte calo.

Secondo un rapporto della Commissione energia del Consiglio di Stato russo, il volume delle esportazioni attraverso i gasdotti è crollato significativamente quest’anno.

Questo calo è stato riscontrato anche nelle entrate derivanti da gas e petrolio, come riportato dai dati del ministero delle Finanze russo.

Il prezzo del petrolio degli Urali nel primo semestre 2023 è oscillato tra i 48,5 e 58,5 dollari al barile, segnalando una diminuzione rispetto ai prezzi precedenti e rispetto alle previsioni del governo russo che stimava il prezzo medio dell’Ural in circa 70 dollari al barile.

Nonostante ciò le esportazioni di idrocarburi di Mosca sono tornate a spingere, ma i ricavi dal petrolio sono rimasti del 43% sotto i livelli di un anno fa.

Il prezzo del metano ha avuto un impatto negativo su Mosca con un calo dei ricavi nel primo trimestre di quest’anno intorno al 30%.

In risposta al price cap dell’Unione europea la Russia ha tagliato la produzione fino al 7% all’inizio del 2023.

Dalla fine del 2021, la Russia ha iniziato a ridurre progressivamente le forniture di gas naturale all’UE attraverso i gasdotti e questa tendenza è continuata nel 2023.

I prezzi del gas e del petrolio sono aumentati rapidamente nella prima metà del 2022 in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Questi eventi hanno stravolto i mercati di petrolio e gas, contribuendo al calo delle vendite nel 2022 e nel primo semestre del 2023 a fronte di spese militari notevolmente incrementate a 75,9 miliardi di dollari con un aumento superiore al 50%.

Impatto del Calo sull’Economia Russa

L‘esportazione di gas e petrolio rappresenta la principale fonte di entrate in valuta pregiata per la Russia e la diminuzione delle esportazioni di questi beni ha avuto un impatto significativo sull’economia russa.

Questo è dovuto in larga parte alle sanzioni occidentali imposte a Mosca che hanno portato a una serie di conseguenze economiche negative per il paese .

Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), l’economia russa, nonostante le sanzioni, è sostenuta dalle notevoli entrate derivanti dalle esportazioni di materie prime.

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La previsione dell’FMI per l’anno 2023 indica un calo dell’economia russa di 2,3 punti percentuali.

Inoltre, l‘aumento dei prezzi dell’energia ha determinato un notevole trasferimento di ricchezza dagli Stati importatori a quelli esportatori di petrolio e gas, come la Russia.

Nonostante questi benefici, la diminuzione delle esportazioni è stata maggiore dell’aumento dei prezzi e ha portato a una riduzione della ricchezza nazionale ed un importante rallentamento economico generale.

Potenziali soluzioni valutate da Mosca per aumentare le esportazioni di petrolio e gas

Per aumentare le esportazioni di petrolio e gas della Russia nel 2023, i principali portali di news spiegano che il Cremlino starebbe valutando diverse strategie:

  • aumento delle vendite di gas tramite pipeline verso l’Asia: secondo un rapporto della Columbia University, alla fine del 2022, le esportazioni di gas tramite pipeline della Russia verso l’Asia hanno avvicinato le esportazioni verso l’Europa per la prima volta. Questa strategia potrebbe essere ulteriormente sfruttata.
  • esplorazione di nuovi mercati: in risposta alla riduzione delle esportazioni di gas verso l’UE, Gazprom potrebbe cercare di colmare il divario attraverso l’aumento delle esportazioni di gas tramite pipeline verso la Cina e l’aumento delle esportazioni di gas naturale liquefatto (LNG).
  • miglioramento delle relazioni con i paesi “amici”: la Russia potrebbe anche cercare di mitigare l’impatto della perdita di quota di mercato aumentando significativamente le esportazioni di petrolio verso paesi “amici” come la Cina, l’India e la Turchia.

Naturalmente la soluzione auspicata dall’Occidente sarebbe rappresentata dalla fine della guerra tra Russia ed Ucraina e il ritorno alla normalità con i Paesi dell’Ovest. La questione rimane complessa, e la speranza della NATO è che la pressione economica delle sanzioni riesca a risolvere la situazione nel migliore dei modi.