Di fronte ai timori per i debiti delle banche del Vecchio Continente, la Banca centrale europea (BCE) è in prima linea nella lotta contro l’inflazione e ha intrapreso un’azione decisa per mantenerla al 2% aumentando i tassi di interesse per ben sette volte da luglio 2022.

La presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato che potrebbero essere necessari ulteriori aumenti per ridurre l’inflazione.

La BCE prende decisioni sulla politica monetaria ogni sei settimane al fine di mantenere il suo obiettivo del 2% per l’inflazione.

L’inflazione può avere un impatto significativo sulle famiglie, in quanto riduce il potere d’acquisto e rappresenta una tassa occulta per i risparmiatori.

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La BCE agisce per tenere sotto controllo l’inflazione dei prezzi al consumo nell’area dell’euro, garantendo al contempo che la crescita economica rimanga sufficientemente forte da sostenere la creazione di posti di lavoro e la crescita dei salari.

Le azioni poste in essere dalla BCE sono il frutto di un confronto tra competenze e sensibilità diverse dei componenti del suo board e portano a decisioni che impattano in modo diverso sui vari paesi che aderiscono all‘euro.

L’ultima valutazione economica della BCE ha citato come cause di una pressione inflazionistica troppo elevata:

  • l’andamento dei prezzi delle fonti energetiche nel recente passato
  • la crescita anemica dei salari
  • l’aumento della spesa pubblica
  • le aspettative di inflazione ostinatamente elevate

Di conseguenza la BCE ritiene che sia ancora urgente la necessità di ulteriori interventi per ridurre l’inflazione.

A tal fine la BCE sta agendo utilizzando strumenti di politica fiscale e monetaria.

  • Dal punto di vista fiscale sta incoraggiando i governi a ridurre i livelli di debito attraverso riforme strutturali, come quelle relative alle pensioni ed al mercato del lavoro.
  • Dal punto di vista monetario cerca di influenzare le aspettative di inflazione fissando i tassi di interesse e gli asset.

Decisioni Politiche della BCE di Aumentare i Tassi di Interesse

La Presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato che la banca continuerà a monitorare attentamente le condizioni economiche e a prendere tutte le misure necessarie per garantire che le pressioni sui prezzi rimangano sotto controllo.

Nell’ambito della sua risposta politica ha avviato una progressiva riduzione del suo pacchetto di stimoli da 2.600 miliardi di euro e sta valutando ulteriori aumenti dei tassi di interesse.

La mossa arriva in un momento in cui l’economia dell’eurozona sta iniziando a dare segni di ripresa e alcuni esperti ritengono che un aumento dei tassi di interesse potrebbe ostacolare questo progresso. In tale contesto, la crescita dei profitti bancari in Europa è stata accolta in maniera positiva da Francoforte.

Tuttavia la BCE ha ribadito che l’inflazione rimane una preoccupazione fondamentale e deve essere affrontata per garantire la stabilità a lungo termine.

La decisione della banca avrà probabilmente un effetto negativo sui costi di finanziamento per i consumatori e le imprese in tutta l’area dell’euro.

Confronto tra le Politiche della BCE e della Federal Reserve

La Banca Centrale Europea (BCE) e la Federal Reserve statunitense hanno preso e prenderanno decisioni di politica monetaria con un significativo impatto sui tassi di interesse.

  • La Federal Reserve ha provveduto ad aumentare i tassi in modo rapido e consistente per raffreddare la domanda causando però allo stesso tempo problemi al sistema bancario nazionale ed è ora orientata a mantenerli stabili interrompendone momentaneamente l’aumento.
  • La BCE ha invece aumentato i tassi in modo rapido, ma meno consistente per contrastare le spinte inflazionistiche innescate dalla crisi energetica e non esclude di continuare su questa strada fino al raggiungimento del suo obiettivo.

Entrambe le banche centrali sono determinate a combattere l’inflazione elevata, poiché ritengono che ciò garantisca la sicurezza finanziaria dei cittadini e l’accesso a beni e servizi a prezzi accessibili.

In tutto questo, l’Europa sta monitorando con attenzione la crescita della presenza di criptovalute nei bilanci bancari comunitari.

Resta tuttavia da vedere quanto queste politiche si dimostreranno efficaci nel raggiungere i rispettivi obiettivi.